Domenichino
Fondazione Biblioteca Morcelli-Pinacoteca Repossi
Giacomo Cavedone,
Santa Maria della Pietà , cappella dell'Arte dei Fabbri
Carlo Cignani,
Statens Museum for Kunst, Copenaghen
Dopo le esposizioni di Guido Reni, nel 1954, e dei Carracci due anni dopo, una mostra destinata a tracciare una serie molteplice di itinerari possibili e, anzi, probabili direttamente sul corpo vivo della città e delle campagne dell’Emilia e della Romagna veniva a rispondere a un’esigenza che da tempo era entrata nei desideri di molti tra studiosi, già impegnati nella ricchezza indiscutibile del secolo barocco con analisi e studi, come spesso con ricerche di tesi universitarie talora di vero prestigio conoscitivo.
Il modello itinerario e periegetico, che si rifaceva direttamente alla Kunstliteratur artistica settecentesca, così precisa e fluente nelle nostre province, veniva direttamente dall’esempio di Roberto Longhi. Messo a punto e, per così dire, ulteriormente riscaldato ed euforizzato fu poi quello di Francesco Arcangeli, per quantità di scoperte, di verifiche possibili, di chiarimenti e, infine, di esplicite e ripetute identificazioni.
Michela Scolaro